Chiunque abbia mai messo il naso in un qualsiasi linguaggio di programmazione si sarà reso conto che la curva di apprendimento è piuttosto ripida, comporta un investimento non indifferente in termini di tempo e non è esattamente alla portata di tutti. L'ideale sarebbe avere a portata di mano qualcosa che agevoli questo processo o che, addirittura, abbia direttamente come obiettivo la creazione di un programma vero e proprio. Lo strumento oggi esiste, ed è nato grazie all'impegno di due giovani e intraprendenti ex studenti di ingegneria informatica del Politecnico di Torino, Daniele Pelleri (27 anni) e Luigi Giglio (25 anni). La loro bravura è stata premiata con 1,5 milioni di euro da parte di fondi di venture capital. Daniele ci ha spiegato come sono arrivati a questo importante risultato e in cosa consiste AppsBuilder.
In un momento di crisi economica come quello attuale, come siete riusciti ad avere questo finanziamento?
La nostra iniziativa è stata lanciata ad agosto 2010. Io e Luigi Giglio abbiamo creato un prototipo di ciò che oggi è AppsBuilder, con un sito in fase beta, e un mese dopo, a settembre, abbiamo raccolto dei numeri e siamo andati da Mario Mariani (cofondatore dell'incubatore di imprese The Net Value)e Massimiliano Magrini (ex country manager di Google Italia e fondatore di Annapurna Ventures, lead investor dell'operazione). Entrambi ci hanno aiutato a creare un'azienda, una srl, fornendoci capitale ma anche e soprattutto competenze di management. Dopo un anno di incubazione all'interno di Annapurna Ventures siamo riusciti a concretizzare il business plan sviluppato in questo anno e mezzo e grazie a Massimiliano, soprattutto per la sua credibilità che poteva offrire come sostegno nel fare esplodere, in termini di numeri, il fatturato e il numero di app che vengono generate dal sito, siamo riusciti a convincere due fondi come Vertis Venture e Zernike Meta Ventures ad assegnarci un milione e mezzo di euro che ci consentirà di investire parte dei soldi nel nostro team e, soprattutto, a investire in marketing e ad espandere il business soprattutto fuori dall'Italia. Oggi facciamo più o meno il 60% del fatturato all'estero, il 30% in Italia, e speriamo di abbassare questa cifra al 5%.
Siete arrivati a essere ben 11 persone, una cosa straordinaria essendo partiti dal nulla.
Esatto, siamo partiti in due nel salotto di casa mia, dove io e Luigi avevamo scritto la demo di AppsBuilder. Oggi lui vive a Catania e io a Milano, dove abbiamo gli uffici, in cui si trova un vero e proprio team creato dal niente. Entro la fine dell'anno contiamo di assumeremo quattro o cinque figure professionali, invitiamo gli interessati a farsi avanti inviando il loro curriculum a info@appsbuilder.com. I profili che ci interessano sono soprattutto sviluppatori e professionisti nell'ambito del marketing.
Come descriveresti, quindi, AppsBuilder?
AppsBuilder fa principalmente tre cose. Innanzitutto,aiuta a creare un'applicazione mobile senza avere competenze tecniche di programmazione; con un semplice processo è possibile sviluppare un'app per ogni tipo di device disponibile sul mercato (iPhone, iPad, Android, Blackberry, Windows..), quindi ovviamente abbassi i tempi di sviluppo e i costi , perchè altrimenti dovresti sviluppare un'app per ogni singolo dispositivo. Ogni singolo processo genera sei applicazioni diverse.
Il secondo punto di forza di AppsBuilder si riferisce al cloud, ovvero tutto quello che viene fatto è accessibile su internet, quindi se uno vuole aggiornare la sua app modificandone i contenuti, l'interfaccia grafica o il layout, dal sito (accessibile da qualsiasi device) può farlo e la modifica si riflette in tempo reale sugli store. Anche qui si risparmiano un sacco di tempo e soldi, perchè l'utente di AppsBuilder non deve rivolgersi allo sviluppatore che gli ha sviluppato l'app per apportargli le modifiche ma le effettua egli stesso. Il terzo punto di forza di Appsbuilder risiede nella parte di comunicazione e promozione, ovvero, quando hai pubblicato l'app sugli store e l'hai distribuita su iPhone/iPad/Android etc. ti trovi davanti un pannello che consente di inviare, senza conoscere numero di telefono o email del cliente, delle notifiche push, cioè dei messaggi geolocalizzati sugli smartphone o sui tablet dei clienti stessi. Quindi l'utente finale che ha il bar o la piccola-media impresa di turno e vuole rivendere l'app ai suoi clienti può fare un "pacchettino" consistente in sito web+app e gli vende anche il pacchetto promozione, dove l'utente fa scaricare l'app ai suoi clienti, mandandogli anche notifiche push. E' un nuovo modo per fare CRM.
Io non sono uno sviluppatore, questo prodotto potrebbe rivolgersi anche a me?
Certo. Noi col MIUR (Ministero della Pubblica Istruzione) abbiamo fatto un concorso che coinvolge gli studenti delle medie e delle superiori. Se uno va sul Portale dello Studente vede che c'è la partnership con AppsBuilder. E' interessante che una startup di appena un anno collabori con il Governo italiano, ma la cosa più importante, secondo me, è capire che il target che può usare AppsBuilder è sia la media agency che vuole rivendere il servizio, ma anche il ragazzo di 13 anni che oggi partecipa al concorso del MIUR.
Qual è la potenza di questa applicazione rispetto alla conoscenza dei singoli linguaggi di programmazione? Voglio dire, cosa potrei ottenere io rispetto a uno sviluppatore esperto che conosce alla perfezione dieci linguaggi di programmazione?
Allora, con AppsBuilder non puoi creare giochi. Se sei un programmatore superspaziale e vuoi creare il gioco del secolo che entri nelle Top 10, con AppsBuilder non puoi farlo. Se però devi fare un'app alla Facebook o devi farne una di informativa generale, il sistema di AppsBuilder è molto più affidabile perchè è utilizzato da circa 3000 app al mese ed è quindi molto più testato.
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