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    ELETTRONICA E SPERIMENTALE

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    ELETTRONICA E SPERIMENTALE Empty ELETTRONICA E SPERIMENTALE

    Messaggio Da MAX TESTA Gio 8 Apr 2010 - 17:41

    Arrow Per musica elettronica si intende, in termini generali, la musica prodotta con strumentazione elettronica.

    La locuzione viene talvolta assimilata, in modo non del tutto corretto, a quella di musica elettroacustica.

    Poiché gran parte della musica contemporanea è registrata, suonata, e scritta con l'ausilio di equipaggiamenti elettronici (sequencer hardware e software), l'espressione si applica in modo più appropriato a quei generi e a quelle opere musicali in cui l'elettronica non costituisce semplicemente un mezzo utilizzato nel processo di creazione di una registrazione di un brano musicale, ma è viceversa intrinseca alla natura stessa del brano, come nel caso di incisioni dominate da sintetizzatori (hardware o software), campionatori, drum machine e così via.

    Anche usata in questo senso specifico, l'espressione musica elettronica si può applicare a opere e artisti con intenti musicali estremamente diversi.

    Da una matrice "colta", vicina alla musica contemporanea e a quella d'avanguardia, la musica elettronica si sviluppa grazie al lavoro di compositori come Luciano Berio, Angelo Paccagnini, John Cage, Franco Evangelisti, György Ligeti, Bruno Maderna, Gino Marinuzzi jr.,Luigi Nono, Henri Pousseur, Steve Reich, Pierre Schaeffer, Pietro Grossi, Karlheinz Stockhausen, Edgar Varèse, Iannis Xenakis, Slain Sun.

    Questa prima generazione di compositori elettroacustici, particolarmente attiva negli anni Cinquanta e Sessanta, è costituita dai pionieri della musica elettronica.

    La loro attività si svolge inizialmente presso le istituzioni radiofoniche, gli unici enti che avevano la strumentazione necessaria e che investivano nelle apparecchiature elettroniche.

    Presso gli studi della RTF di Parigi, Pierre Schaeffer e i suoi collaboratori sul finire degli anni Quaranta avevano teorizzato e sviluppato la musica concreta.

    Con l'arrivo dei primi oscillatori questi studi divennero un fertile terreno per la musica elettronica e la musica elettroacustica. Tra i centri di ricerca più all'avanguardia in quegli anni:

    lo Studio di Fonologia della Rai di Milano, il primo ad avere a disposizione nove oscillatori.

    Qui fece le prime esperienze Pietro Grossi.

    Nel 1963 Pietro Grossi fonderà il S 2F M detto anche Studio di Fonologia Musicale di Firenze, grazie al quale ottenne la prima cattedra di musica elettronica in Italia al Conservatorio di Musica della stessa città.

    Questo studio fiorentino (all'inizio ospitato presso la propria abitazione), comprendeva 16 oscillatori analogici , un generatore di rumore bianco (f) che passavano attraverso fitri di varie frequenze, il tutto registrato su apparecchi a bande magnetiche.

    Queste registrazioni a loro volta potevano essere materiale di ulteriore riprocesso, era dunque non previsto il diritto d'autore: il S 2 FM era un "gruppo", una sigla, un marchio e tutti i membri si firmavano così.

    Gli studi del Groupe de Recherche Musicale presso la RTF di Parigi.

    • L'istituto IPEM di Gand.
    • Lo studio della WDR di Colonia.
    • Gli studi Columbia-Princeton di New York.
    • Il Siemens Studio di Monaco.
    • Lo studio della Polskie Radio di Varsavia.
    • Lo studio NHK di Tokio.

    Da una matrice "leggera", sviluppandosi inizialmente con il lavoro di alcuni artisti e gruppi sperimentali degli anni Sessanta, la musica elettronica ha uno sviluppo sostanzialmente eterogeno: dall'art rock elettronico dei Tangerine Dream e dei Kraftwerk, vicini al rock progressivo, alla musica new age, alla musica dance.

    Alcuni dei più influenti esponenti di questo genere musicale sono Aphex Twin, gli Orbital, gli Autechre e i Depeche Mode.

    Quando fu scoperto il campo elettromagnetico uno degli effetti collaterali fu la produzione di suoni generati da esso: il primo strumento elettronico che si ricorda è il theremin (dal nome del suo inventore, negli anni venti), che consiste in una specie di antenna che traduce il campo elettromagnetico in suoni.

    Basta muovere le mani o altri oggetti per modificare la disposizione di questo campo per ottenere dei suoni variabili.

    Dopo la seconda guerra mondiale, con l'introduzione dei transistor e dei primi elaboratori elettronici molti sperimentatori sonori si interessarono alla produzione di suoni derivanti dalle nuove tecnologie.

    Fino agli anni sessanta rimaneva una pratica per pochi, a causa degli alti costi per procurarsi certe apparecchiature e per la relativa difficoltà nel loro uso sonoro.

    A partire dagli anni settanta però la diffusione di macchine per la produzione di musica elettronica si allargò molto: sintetizzatori e sequencer cominciarono a essere di uso comune e non più limitato all'avanguardia sperimentale.

    Negli anni ottanta la diffusione di queste tecnologie si allargò sempre più fino a coinvolgere anche i primi computer a uso personale.

    Negli anni successivi fino ad oggi, questo processo si è sempre più allargato rendendo la produzione di musica elettronica sempre più alla portata di tutti.

    Basta una certa facilità nell'uso del computer e con costi molto bassi si hanno a disposizione tutti i mezzi e i suoni possibili per comporre.

    Inoltre sono sempre disponibili le tecnologie precedenti, che si possono sovrapporre ai computer, senza contare le possibilità di contaminazione con suoni acustici o elettrici.

    Negli ultimi anni, con la diffusione di internet, anche la distribuzione della musica può essere elettronica.

    Tralasciando la distribuzione 'illegale' di mp3, molti produttori indipendenti decidono di distribuire le loro produzioni su internet, con il vantaggio di ridurre di molto le spese e i tempi della distribuzione tradizionale.

    Le netlabel (che sono in pratica delle etichette discografiche che usano internet per distribuire le loro produzioni) si stanno sovrapponendo alle etichette indipendenti.

    L'elettronica è stato il primo genere naturalmente portato a usare questo tipo di distribuzione, ma si sta progressivamente estendendo anche ad altri generi.

    Un esempio di interazione con altri linguaggi è autom@tedVisualMusic, un software creato da Sergio Maltagliati compositore, programmatore e artista italiano, attivo nel campo dell'arte digitale e computer music, dove le immagini create in relazione a precise corrispondenze suono/segno/colore, seguono il mutare delle note e sono visualizzate attraverso il programma, che partendo da una semplice cellula sonoro/visuale, genera molteplici variazioni.

    Il software autom@tedVisualMusiC nasce da una collaborazione con il pionere della musica elettronica Pietro Grossi.

    Il codice di programmazione viene scritto sulla base e sulle esperienze dei programmi realizzati da Grossi negli anni ’80 nel linguaggio BBC Basic con computer Acorn Archimedes.


    Arrow Musica sperimentale è un termine coniato dal musicista John Cage nel 1955.

    Cage
    definì che "l'azione sperimentale è il risultato di ciò che non è
    previsto" (Cage 1961, pag. 39), ed è stato particolarmente interessato
    ad opere che ha eseguito in un'alea musicale.

    In senso più ampio,
    si è giunti a specificare che a questa corrisponde un qualsiasi tipo di
    musica che si contrappone a ciò che è la musica.

    La musica d'avanguardia è un altro sinonimo di questa.

    David Cope descrive la musica sperimentale: "che rappresenta il rifiuto allo status quo".

    Michael
    Nyman (1974) utilizza il termine "sperimentale" per descrivere i lavori
    dei compositori americani (John Cage, Christian Wolff, Earle Brown,
    Meredith Monk, Malcolm Goldstein, Morton Feldman, Terry Riley, La Monte
    Young, Philip Glass, John Cale, Steve Reich, etc.) in opposizione
    all'avanguardia europea dello stesso periodo (Karlheinz Stockhausen,
    Pierre Boulez, Iannis Xenakis).

    La parola "sperimentale" in
    altri casi "fornisce la comprensione di se stessa, che non deve essere
    interpretato come una descrizione di un atto che può essere giudicato
    come successo o fallimento, ma semplicemente come un'azione di cui
    l'esito è sconosciuto".



    La vita non si misura dai respiri che facciamo ma dai momenti che ci tolgono il respiro

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