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3 partecipanti

    L'ALLEGREZZA DEL VINILE

    Davide76
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    L'ALLEGREZZA DEL VINILE Empty L'ALLEGREZZA DEL VINILE

    Messaggio Da Davide76 Mar 22 Apr 2014 - 0:21

    L’allegrezza del vinile

    C’è stato un tempo in cui comprarmi un disco era una impresa finanziaria

    epica. Era il tempo in cui i dischi erano grandi, neri e possenti. Era il tempo

    che mettere un disco sul piatto era un rito sacrale, da praticare con religiosa

    attenzione. Con il malloppo in mano si andava nel proprio negozio preferito e

    dissimulando una consumata abitudine al gesto si chiedeva quel titolo che

    sognavi di comprare da otto mesi. Il commesso lo tirava fuori da una siepe di

    cartoni tutti uguali e variopinti, compatti come una colonna di lamine bronzee

    abbattuta con cura. Era proprio lui, quella copertina là si era materializzata

    davanti agli occhi come un miraggio dei molti pomeriggi uggiosi nella

    penombra della mia cameretta. E adesso stava per essere consegnato nelle

    mie proprie mani in cambio di pochi dobloni. Un velo impalpabile di pellicola

    trasparente, forte e diafana a un tempo, lo rendeva inviolabile ad altre profani

    mani che non fossero le mie e lo proteggeva contro un mondo crudele e

    invidioso della sua fulgente beltà.

    Dopo un viaggio periglioso, trascorso difendendolo da ogni attacco insidioso e

    distruttivo del bambino maldestro sul bus o del vecchietto disarticolato sul

    marciapiede, compiva l’ultimo tratto del suo vittorioso errare, fino a giungere

    davanti al mio voglioso hi-fi. Come tutte le amanti spudorate, finiva subito

    adagiato voluttuoso sul letto a guardarmi malizioso mentre lentamente mi

    spogliavo del pesante montgomery. E via la sciarpa, e giù il cappello e fuori le

    scarpe. Ero pronto al godimento profondo. Allora mi sedevo dolcemente e con

    garbo lo brandivo sicuro e sapiente fra le vibranti mani, una a destra e una a

    sinistra. Reclinando il capo all’indietro, finalmente lo guardavo con gli occhi

    del conquistatore ancora una volta vittorioso. Era mio! Dopo un tempo di

    interminabile contemplazione, mi facevo coraggio e davo inizio alla

    profanazione. Indice e pollice della mano destra lentamente scorrevano il

    bordo intorno fino a raggiungere l’angolo alto sinistro, con gesto maschio e

    deciso laceravo un accenno di lembo e virilmente strappavo in un sol colpo la

    cucitura della pellicola lungo l’intero spigolo. La copertina era pronta ad

    essere svelata in tutta la sua luccicanza, e l’allegrezza cominciava da lì a

    rigoglire impetuosa e libera. In un attimo la custodia era nuda e libera.

    A quel punto iniziava la fase dei preliminari d’ascolto, una mano delicata

    violava per la prima volta la grande fessura ovoidale che con una lieve

    contrazione degli angoli si schiudeva nella inebriante fragranza effusiva del

    profumo di cartone nuovo. E un cuore piatto e ampio si stagliava davanti a me

    pieno di promesse. Era il momento di introdurre delicatamente due dita e

    tirarlo fuori, così ancora protetto da fogli patinati lisci come la pelle liscia.

    L’estrazione era un atto di puro piacere, in quel gesto si concentrava lo sfogo

    di una brama antica, un senso di inebriante possesso m’infuocava le tempie e

    la festa era solo iniziata.

    Il momento diventava solenne ed era ora di accendere l’impianto. Il vinile

    ancora pudico restava sul mio letto impaziente e agitato, mentre io mi

    staccavo per preparare la danza che crea. Ora tutto era pronto, il coperchio

    scoperto, il braccio alzato, il piatto pulito e la puntina senza cappuccio.

    Tornavo al letto, con la sinistra ferma lo brandivo sicuro e con due dita della

    destra penetravo delicatamente il velo di carta per stringere il bordo con le

    punte delle dita più piccole che potevo fare. Stretto il bordo l’assetto

    cambiava, il grande disco nero restava sospeso alle mie due piccole punte

    mentre la carta impudica scivolava via giù, abbandonata al fluido dell’aria. Il

    nero era veramente e interamente nudo. Un buco nell’esatto centro dei mille

    cerchi non chiedeva altro che incontrare il suo fulcro, per iniziare a volteggiare

    invasato. E così avveniva, nel battito di ali di farfalla il vinile era ben saldo in

    assetto. Non restava altro che lasciarlo appena toccare dalla punta del

    diamante, l’unico gioiello che poteva meritare. Un gesto secco avviava con

    scatto il rotore e il volteggio delirante aveva inizio. Non c’era più nulla da fare,

    se non abbassare con la cura d’un bisturi il braccio morbidamente rigido su

    quel piano rotante infinito. Alzare il volume, spegnere la luce e scaraventarsi

    in poltrona nel fuggente attimo del fruscio iniziale, che è il suono più dolce

    ché prelude al sommo piacere dei timpani.

    D’improvviso un suono immenso invadeva tutti gli angoli della stanza, e i vetri

    e le poltrone e gli armadi, ogni cosa prendeva a suonare e un’ondata di

    sognato piacere allagava la mente in un’estasi di commozione, senza lasciare

    più spazio a null’altro che il suono, le mie orecchie e il resto del mondo là

    fuori.




    Fabrizio per Giovanna




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    L'ALLEGREZZA DEL VINILE Empty Re: L'ALLEGREZZA DEL VINILE

    Messaggio Da Dj Fabius Mar 22 Apr 2014 - 8:15

    bella
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    L'ALLEGREZZA DEL VINILE Empty Re: L'ALLEGREZZA DEL VINILE

    Messaggio Da ALEX VEE JAY Mar 22 Apr 2014 - 13:23

    bella si. quando una volta i soldi avevano e le cose un certo valore e non c'è le comprava nessuno così facilmente....

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