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    AMBIENT, CHILL OUT e LOUNGE

    MAX TESTA
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    Messaggio Da MAX TESTA Gio 8 Apr 2010 - 18:09

    Arrow L’ambient, anche detto musica ambient o musica d’ambiente (in inglese ambient music), è un genere musicale in cui l'atmosfera può assumere più importanza nelle note.
    È generalmente identificabile come un genere musicale caratterizzato da suoni ampiamente atmosferici e naturali.

    La musica ambient si evolse agli inizi del Novecento, con i primi esperimenti di musica "semi acustica", passando per l’impressionismo di Erik Satie, e la musica concreta e il minimalismo di Terry Riley e Philip Glass, e in tempi più recenti dalla musica di Brian Eno.

    Con gli sviluppi successivi, si scoprirono gli elementi 'sognanti' non lineari della musica ambient applicati ad alcune forme della musica ritmica presentata da quella nei locali "chillout" e ai rave ed altri eventi dance, ma da sempre con la funzionalità principale della musica è quella di catturare lo stato d'animo dell'ascoltatore, e farlo uscire dalla propria coscienza.

    All'inizio del XX secolo, il compositore francese Erik Satie, creò una forma primordiale di ciò che era la musica ambient, facendo riferimento alla "musica da camera" (Musique d'ameublement), riguardo a qualcosa che poteva essere suonato durante una cena, il quale suono intendeva creare un'atmosfera (Kunst Grand) per tale attività, cogliendo anche uno specifico interesse in essa da parte dell'ascoltatore.

    La prime forme e teorie del paesaggi sonori uscirono fuori dai lavori di Pierre Schaeffer, considerato come l'inventore della "musica concreta", che ha seguito le idee dei futuristi, nel classificare la musica in più categorie, come del resto l'uomo ha fatto naturalmente.

    Egli fece una forma primitiva della prima musica elettronica utilizzando registratori e suoni naturali, e tagliano i nastri, creando una forma di musica sperimentale utilizzando registrazioni e nastri magnetici.

    Anche il suo lavoro venne visto dall'idea di Schopenhauer riguardo al 'mondo dei suoni', letteralmente, 'mondi composti interamente da suoni'. Karlheinz Stockhausen fece i primi esperimenti della musica elettronica in tempi più recenti nel 1995, ed entrambi i musicisti posero le basi della musica ambient, per riapparire decenni dopo quando si sviluppò la tecnologia nella musica.

    Brian Eno è generalmente accreditato per aver coniato il termine "musica ambient" nella metà degli anni 70, per riferirsi alla musica che, come egli afferma, può essere "ascoltata attivamente con attenzione come può essere facilmente ignorata, a seconda della scelta dell'ascoltatore.

    E tale esiste in merito alla 'cuspide tra la melodia e la trama'" Eno, si descrive come un "non musicista", tenendo esperimenti sonori piuttosto che perfomances tradizionali.

    Eno utilizzò il termine "ambient" per decrivere una musica che creava un'atmosfera e che cambiava lo stato d'animo dell'ascoltatore in uno diverso; ha scelto, infatti, questo termine derivante del verbo Latino "ambire", che significa "circondare".

    Per cercare di comprendere cosa sia la musica ambient si può riportare la traduzione di quanto scritto da Brian Eno nel settembre 1978 in occasione dell'uscita di Ambient 1 - Music for Airports.


    Arrow Il termine chillout, più che indicare un genere musicale a sé, si riferisce a un contesto, un'atmosfera musicale che tende a utilizzare brani di vari artisti che si ispirano allo stile dell'Ambient e della New Age con riferimenti modulistici alla musica minimalista.

    Nato come musica per le famigerate chill-out rooms (o camere di decompressione) frequentate dopo i Rave party da chi voleva riprendersi da "eccessi" di vario genere, il Chillout si è evoluto fino a diventare un fenomeno musicale di un certo spessore.

    È assai diffuso nei club parigini.

    Musica introspettiva e dal beat lento, rigorosamente realizzata con sonorità elettroniche, una sorta di new age che oggi si sposa bene anche con altri suoni come la Lounge e l'Ethno beat.

    Il Café del Mar, famosissimo locale di Ibiza, produce annualmente una compilation omonima arrivata al volume 14, contribuendo, insieme alle compilation "Buddha Bar", alla diffusione del genere volto a sonorità rilassanti.

    Oltre alle già citate compilation, vanno citate le recenti compilation della Tarifa Records giunta al volume 6.

    Grazie ai contributi di vari artisti, come ad esempio José Padilla, e al Café del Mar di Ibiza, è nata negli anni Novanta una moda che si è trasferita in poco tempo in tutto il mondo in migliaia di locali ed è servita a lanciare il suono chillout su larga scala.

    Nel 2007, a distanza di undici anni dalla prima compilation creata dal franco-marocchino Claude Challe con l'aiuto di Ravin (dj francese originario delle Mauritius) esce il nono CD della serie, Buddha Bar IX.

    Il doppio cd è stato mixato dal solo Ravin, ed è stato per diverse settimane la compilation più venduta in Italia.

    Nel marzo 2008 esce invece Buddha Bar X, sempre curata da Ravin, segno che il fenomeno chill out non accenna a scemare.

    Infatti non è la sola serie ad avere successo: i cd Hotel Costes, nonostante pochi o pochissimi articoli da parte della stampa specializzata, ha venduto qualcosa come due milioni e mezzo di copie nel mondo.

    Tra gli esempi più recenti di chillout datati 2007 si possono citare il secondo album di Stephane Pompougnac, il dj di Hotel Costes, intitolato Hello Mademoiselle, e Huvafen Fushi, un progetto musicale curato da Ravin che racconta un resort delle isole Maldive con un CD e un DVD e, infine, SpaceSex, il CD che Claude Challe ha voluto dedicare alla gioia dell'erotismo e a un hotel di Cannes, il 3,14.

    Tra le uscite dell'autunno 2007 va citato anche Panamericana, il secondo album del chitarrista argentino Federico Aubele, artista lanciato dai Thievery Corporation.

    Si tratta infatti di un vero artist album, che dimostra quanto il genere ormai sia molto più che semplice musica di sottofondo.

    Nel maggio '08 ancora Challe, questa volta col fratello Jean Marc, pubblica un nuovo doppio cd chillout.

    Il titolo è "Select 2008, Music for our friends" e in copertina c'è un Buddha sorridente con tanto di cuffie da dj.

    Il titolo del cd, infatti, avrebbe potuto essere Buddha Challe oppure Buddha Car, proprio per uno scherzare su un genere musicale che ormai ha intorno a sé un'aura consolidata.

    Nell'ottobre 2008 è poi uscito il volume XI della serie Hotel Costes, mixato anche questa volta da Stephane Pompougnac.

    Il cd ha conquistato il secondo posto nella classifica FIMI riservata alle compilation e contiene Boa Sorte di Vanessa Da Mata e Ben Harper, un brano suonato da diverse radio italiane (Radio Montecarlo, Radio Deejay,...).

    Nello stesso mese è poi stata pubblicata Saint Germain Des Pres Cafè Vol X, doppio cd pubblicato da Wagram (forse la label di riferimento per il chill out più modaiolo).

    In questo caso i cd sono due, il primo mette insieme brani nu jazz, il secondo è mixato da dj Quantic.

    A fine 2008 Wagram ha pubblicato altri due titoli importanti per il genere: Buddha Bar Travel, un cd + dvd compilato e creato da Frederic Spillmann con Daniel Masson.

    Il cd è intitolato “Inner Trip”, viaggio interiore, il Dvd è “Travel”, viaggio. Nella confezione è incluso anche
    un libro fotografico di viaggio Travel impressions.

    È uscita anche Siddharta, Praha, una compilation di un solo cd curata dal noto Ravin.

    Il sound del dj originario delle Mauritius è sempre più vicino al pop ma non dimentica le consuete influenze etniche.
    La copertina, per la prima volta nei cd dell'universo Buddha Bar, si apre a influenze vicine alla pop art.

    Nel marzo 2009 è uscita Buddha Bar XI, come sempre mixata da Ravin.

    Originario delle Mauritius e francese d'adozione, il dj anche questa volta seleziona due cd. Il primo è pensato per la cena.

    Il secondo per il dopo cena.

    La compilation è dedicata alla città di Kiev, luogo in cui sorge il nuovo hotel legato al marchio.

    A settembre 2009 è invece uscita Hotel Costes XII, anch'essa selezionata e poi mixata dal dj francesce Stephàne Pompougnac.

    Come sempre Pompougnac segue un filo musicale molto personale e mescola brani molto diversi tra loro, di artisti non così noti al grande pubblico.

    La formula continua a piacere al pubblico, visto che le copie vendute dalle serie nel mondo sono ormai 4 milioni.

    La musica Lounge è un genere musicale che ha origine negli anni sessanta.


    Arrow Lounge
    è una parola inglese che letteralmente significa atrio o salotto, ed è
    il nome attribuito a questo tipo di musica che veniva trasmessa come
    sottofondo nelle hall degli alberghi nei locali più raffinati e in
    occasioni mondane in cui si consumava un drink tra una chiacchiera e
    l'altra.

    Parente lontana, ma da non confondersi, la cosiddetta 'Muzak' degli anni '60, che consisteva piuttosto in un easy listening di sottofondo per grandi magazzini, sale d'attesa, e, negli Usa, per ascensori di grandi edifici.

    Lounge è invece la musica tipica dei film spy story o alla James Bond, ma anche quella che negli anni settanta ha anche sconfinato nelle atmosfere dei film di fantascienza (space lounge).

    Dovrebbe essere considerato come il padre di questo genere musicale il musicista messicano Juan Garcia Esquivel.

    La parola Lounge, di origine inglese, ha anche altri significati come quello di "godersi il relax", "girovagare", "perdere tempo", ed è sia verbo che aggettivo.

    Questi significati si riferiscono allo stile di vita di quelle persone che frequentano una certa tipologia di locali in cui l'estetica ed il personale è stato studiato al fine di mettere i clienti a proprio agio e farli rilassare.

    Seguendo questa interpretazione, lounge andrebbe a denotare un tipo particolare di movida.

    Lounge non indica un genere ben definito.

    Si tratta comunque sempre di dischi jazz, R'n'B, soul e con la rivoluzione dell'elettronica sono subentrati anche altri generi come acid jazz e ambient portando con sé molte contaminazioni e commistioni; dal punto di vista dei suoni poche sono quindi le caratteristiche univoche, se non, forse, l'assenza di aggressività e la morbidezza dei ritmi finalizzati a formare un tappeto sonoro che permetta all'ascoltatore di fare altro.



    La vita non si misura dai respiri che facciamo ma dai momenti che ci tolgono il respiro

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