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4 partecipanti

    CHI È IL DJ? Tutto quello che dice la legge in materia di dj

    Carlo S.
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    CHI È IL DJ? Tutto quello che dice la legge in materia di dj Empty CHI È IL DJ? Tutto quello che dice la legge in materia di dj

    Messaggio Da Carlo S. Mar 19 Nov 2013 - 22:06

    CHI È IL DJ? Tutto quello che dice la legge in materia di dj Chi-fo11 

    Può sembrare una domanda retorica chiedersi oggi “chi è il DJ?”, essendo il termine di largo uso; ma è proprio l’espansione commerciale che tale figura artistica sta avendo negli ultimi decenni a suggerire di delineare quali siano le caratteristiche necessarie per essere qualificato DJ.


    L’area della nostra indagine è limitata, per scelta editoriale, alla figura del Club DJ e non del Radio DJ, essendo sostanzialmente la prima ad aver subito, nel tempo, una trasformazione, in terminidi rilevanza e notorietà, legata sia all’affermarsi di nuove forme di intrattenimento, sia all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali realizzate per l’esecuzione in pubblico di musica registrata (per citarne alcuni: Traktor, Serato e Virtual dj).


    Al momento della nascita di questa professione (che risale alla fine degli anni ‘60 negli Stati Uniti), al Club DJ non veniva riconosciuto un ruolo artistico rilevante, ma era considerato al pari delle altre figure lavorative alle dipendenze del locale: barman, sicurezza, tecnico impianto-luci, etc… All’inizio, quindi, non si dava conto di quelle che sarebbero state invece le qualità tecnico-artistiche richieste in futuro a un Club DJ, ma piuttosto si avvertiva la presenza di qualcuno che intrattenesse la clientela eseguendo musica registrata all’interno del club; tanto che è noto come, ai tempi, alcuni DJ interrompessero l’esecuzione di un disco dopo l’altro e altri suonassero i dischi forniti e comprati dal locale.


    Solo con i primi anni ‘70 e la nascita della “disco music culture”, il DJ assume un ruolo principale all’interno della scena del club. L’affermarsi del mixing (come la tecnica di miscelare un brano musicale dietro l’altro attraverso l’utilizzo del mixer e due piatti) e delle dj pool (community di dj che scambiavano i “promo” forniti dalle major), attribuirono la qualifica di DJ a colui che si: “occupa di mixare musica trasmessa in un ambiente, selezionando (a seconda del suo stile, delle occasioni e dei gusti del pubblico) brani musicali di vario genere attraverso la tecnica del mixaggio, in modo da unire in sequenza più tracce provenienti da supporti musicali come il disco in vinile, il CD quindi files audio (come ad esempio quelli in formato mp3), in modo da ottenere un unico flusso musicale che risulti piacevole all’ascoltatore”, (definizione condivisa dalla voce “DJ” su wikipedia all’indirizzo:http://it.wikipedia.org/wiki/Disc_jockey). Ed è proprio il flusso musicale eseguito con continuità a rappresentare il prodotto della performance del DJ, denominato appunto “DJ Set” (sul quale il DJ vanta diritti esclusivi di utilizzazione).


    Il DJ, che potremmo definire come Club DJ Pro, da figura a margine, si afferma sul mercato al pari di una pop star, grazie alla sua capacità di conoscere la reazione del pubblico alla musica dallo stesso suonata nel club e, quando dotato di grande carisma e di doti da buon p.r. oltre che di un efficiente management, continua ad avere richieste per serate pur non producendo musica oppure, in altri casi, affianca, con successo, alla sua attività di DJ anche quella di produzione discografica.


    Negli ultimi anni ‘80, il fenomeno si afferma anche in Europa, dove i DJ cominciano a farsi conoscere per le proprie performance nei locali all’epoca più in voga, nonché proponendo nel mercato discografico le proprie produzioni musicali. In Italia, i nostri produttori nazionali si distinguono nel panorama house tanto da guadagnare un sound mark conosciuto con il nome di “Italo disco” prima e “Italo-house” poi.
    Nei primi anni ‘90, i DJ americani sbarcano da oltreoceano e cominciano a essere conosciuti dal grande pubblico, ricevendo cachet che, vista l’alta richiesta, aumentano esponenzialmente, fino a raggiungere cifre da capogiro (come accade, ancora oggi, con nomi come Guetta e/o Avicii).


    La professionalità del DJ andrebbe valutata a fronte dell’analisi di una serie di fattori caratterizzanti la performance: 1) la cultura musicale, ossia la conoscenza attraverso il pre-ascolto della musica che si vuole proporre (sia passata, sia presente, sia futura, ossia non ancora pubblicata), comprensiva, altresì, della tecnica nella catalogazione per la successiva esecuzione in pubblico; un lavoro duro, da eseguire con costanza giornaliera; 2) la scelta personale dei brani da eseguire e la loro sequenza unica per ogni DJ e per ogni situazione (c.d. timing); 3) la tecnica di esecuzione e la qualità del mixing (anche se oggi questo aspetto sta diventando difficile da giudicare in quanto le nuove tecnologie permettono a chiunque di mettere i brani a tempo); 4) l’abilità nell’alternare il suono a momenti di silenzio per creare “pathos”; 5) l’equalizzazione del suono e l’attività di campionamento e di editing live; 6) il rispetto delle battute ossia del tempo, dell’armonia e delle parole, nella sequenza dei brani proposti e, non da ultimo, anche una certa dote all’improvvisazione nel rispetto delle esigenze della serata e della pista, rispetto a quanto si era potuto preventivare (un professionista ben pagato e affermato non permette che la pista si svuoti, anche a costo di snaturare il proprio stile musicale, magari solo per qualche disco, per poi riprendere il suo stile una volta conquistato il pubblico).
    Il Club DJ che racchiude in sé tutte queste caratteristiche può essere definito “Pro”, un artista che del djing ha fatto la sua professione.
     
    ….
     
    L’articolo completo è su DJ Mag Italia di ottobre.http://www.djmagitalia.com/chi-e-il-dj-tutto-quello-che-dice-la-legge-in-materia-di-dj/

     
    A CURA DELL’AVV. DEBORAH DE ANGELIS
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    Messaggio Da MAX TESTA Mer 20 Nov 2013 - 14:51

    Sono d'accordo in parte con l'Avv. De Angelis (Presidente di A-DJ), non è infatti tutto esatto.

    L'arte del "mixing" non è nata a inizi anni '80, bensì nella seconda metà degli anni '70 (in Italia) e cioè con la "Disco Music", testimonianza di questo è la storia della Baia degli Angeli, come già scritto in precedenza "prima discoteca italiana", che cambiò la sua struttura da "centro estivo" a "discoteca" grazie all'imprenditore, spesso a New York per affari, che notò questo particolare di mettere dischi ininterrottamente e lo importò in Italia.

    Inoltre è da specificare che l'House Music, nacque a fine anni '80, sulla base di pezzi (campioni) funky assemblati su una drum machine (o base), da qui la definizione di "musica fatta in casa" o "House music". Smile
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    Messaggio Da Davide76 Mer 20 Nov 2013 - 17:14

    Ehehehhh Max qui riscieresti di tirare su un polverone che prosegue da anni a quanto leggo in giro Smile
    Infatti si dice in giro che i primi mix a tempo in italia naccquero in una certa discoteca chiamata Ciack di bologna negli anni 70 se non erro , e il primo a mettere dischi in battuta in italia sembrerebbe fosse stato Miki del Ciack , pero mi fermo qui primo perche all'epoca non ero ancora nato Smile e secondo so che ci sono in giro discussioni accese su questo argomento e non vorrei dire cose che poi magari non son vere questo lo dico per correttezza o riportato solo delle notizie lette un po in giro per la rete , se esiste qualcuno che ha vissuto quegli anni qui mi piacerebbe molto come sapere realmente come sono andate le cose Smile
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    Messaggio Da MAX TESTA Sab 23 Nov 2013 - 19:45

    Si Davide, l'ho sentito anch'io, ma il famoso Miki del Ciak ( https://www.facebook.com/miki.ciakbologna ) arrivò dopo Bob e Tom della Baia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Baia_Imperiale ).

    Si dice infatti (e qui il condizionale è d'obblico), che Baldelli andasse a sentire Miki al Ciak e da li la storia si sa.

    Pare ci sia un odio feroce tra loro, un pò come tra me e Jessica Tinelli e Franco Pizzo di Digitaljockey (e il 99,9 % del resto della ciurma).

    Io all'inizio non ho parlato di Baldelli/Miki, bensì della Baia, loro (nelle rispettive location) arrivarono dopo.

    Tornando all'argomento, penso che un professionista sia chi è in grado di portare comunque a termine la serata ed essere all'altezza di tutto.

    Si affianca spesso il DJ alla figura del "Club", ma il "DJ" è molto di più a mio parere.

    Tanti nomi noti son bravi (o sembrano tali) perchè hanno costruito (loro o chi per loro)  un "personaggio", equivalente a un "progetto" e quindi capace di fare quello per cui è pagato per fare, mentre in altre occasioni probabilmente non saprebbero dove prendere, poi per carità, è oppinabile ma a parer mio possiamo dire chi è "professionista" e chi no, chi più e chi meno a seconda delle occasioni/location, ma nessuno può dire con certezza chi è il "DJ più bravo in ssoluto" (secondo me).
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    Messaggio Da Davide76 Sab 23 Nov 2013 - 20:37

    Sono daccordo con te , il dj piu bravo non esiste , e vero però che oggi e difficile stabileire chi e bravo e chi no perche con i mezzi a disposizione oggi un pinco pallino qualunque se un minimo e furbetto una seratona te la porta a termine.
    A differenza di prima che se non eri di mestiere le figuracce le facevano eccome se le facevano.... Smile
    Ma e anche per questo che secondo me un bravo dj ragazzo giovane di oggi ha anche molta piu difficolta di farsi strada in questo mondo rispetto a noi prima.
    A volte mi piace girovagare sul tubo e vedere i set che postano ragazzi giovanissimi , vedo tante schifezze ma vedo anche dei giovani ragazzi che son veramente bravi e con stupore a volte vedo video di ragazzi anche di 17/18 anni fare dei favolosi set con i vinili , poi comincio a leggere i commenti e con amarezza leggo che questi ragazzi bravi non riescono ad entrare nel giro per i motivi che sappiamo e che non sto qui ad elencare... , questo mi rattrista veramente...
    Resto sempre dell'idea che il mestiere del dj dovrebbe meritare piu rispetto e dovrebbe essere regolamentato una volta per tutte , prima fai vedere quello che sai fare e poi se ne parla perche ad oggi si puo ben dire che siamo in mezzo ad una vera e propria giungla .
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    Messaggio Da TomDJ Dom 24 Nov 2013 - 10:28

    Oggi come oggi se non sei un DJ/Producer e non produci nessuna canzone per qualche casa discografica non vai da nessuna parte.
    Inoltre adesso si fanno solo Dj Set da 45, 60 o al massimo 120 min. Un DJ Set così corto semplifica molto il lavoro del DJ che deve mettere le migliori 20/30 canzoni del momento, negli anni 90 nelle discoteche si facevano intere serate da 6/7 ore e ogni DJ doveva gestire l'intera serata utilizzando i dischi a sua disposizione distribuendoli intelligentemente, qui si vedeva il vero DJ!!!
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    Messaggio Da Davide76 Dom 24 Nov 2013 - 11:31

    E vero io nel 90 con un centinaio non di piu di dischi facevo 4 anche 5 ore di fila che poi erano una 50ina quelli che proprio mettevi piu spesso , facevo la commerciale un disco anche tre volte in una serata e nei periodi estivi tutte le sere , ma e anche vero che qualitativamente a mio avviso la misica del 90 era piu di qualità i pezzi erano studiati molto bene dovuto anche al fatto che i pezzi spesso non venivano fatti da una singola persona seduta ad un pc con ableton ma cera dietro un gruppo , uno staff di persone , quindi piu persone uguale piu idee e piu raffinatezza nella pubblicazione del pezzo adesso tanta scelta ma anche tanta porcheria diciamo che nel mucchio qualcosa di buono si trova e difficile comunque trovare il pezzo interessante , e difficile anche oggi trovare un dj che rischia proponendo la sua musica sembra sia stato fatto negli ultimi anni un contratto a tempo indeterminato con i 128 bpm Smile
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    Messaggio Da MAX TESTA Dom 24 Nov 2013 - 16:01

    Essere un "Producer" oggi è più facile di quanto sembri.
    Le etichette discografiche non vendono più quindi si appoggiano a chi compila il programma musicale e il gioco è fatto, basta solo una firma come co-autore del pezzo.
    Io "produco" (Laughing ) dal 2005 e non sono andato da nessuna parte se non con le mie forz, è solo una soddisfazione (x mitomania personale) veder il mio nome su un cd accanto al bollino Siae e un modo per arrotondare, ma nulla di più (a questo livello).

    Aggiungo che una volta "la musica era quella" e basta.
    Oltre la radio c'era Videomusic e il tuo negozio di dischi preferito dove potevi ascoltare ciò che ti interessava.
    Oggi le "fonti" di approvigionamento musicale (e di conoscenza) sono tantissime, a discapito di un DJ che, preparato per un genere e un tipo di serata, si vede arrivare una tipa che gli chiede l'ultima dei Modà..ink2
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    Messaggio Da Davide76 Dom 24 Nov 2013 - 19:00

    MAX DEEJAY ha scritto:
    Aggiungo che una volta "la musica era quella" e basta.
    Oltre la radio c'era Videomusic e il tuo negozio di dischi preferito dove potevi ascoltare ciò che ti interessava.
    Oggi le "fonti" di approvigionamento musicale (e di conoscenza) sono tantissime, a discapito di un DJ che, preparato per un genere e un tipo di serata, si vede arrivare una tipa che gli chiede l'ultima dei Modà..ink2
    Ti ne dimentichi una Max "la Radio" che funzionava molto meglio di oggi peccato che allora non esistiva shazam e nemmeno il display che scorreva il titolo Smile
    Quante notti passate ad ascoltare Notte guerriera con moka e radio company con Max Artusi , avoglia a trovare i titoli... Smile
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    Messaggio Da MAX TESTA Dom 24 Nov 2013 - 20:19

    è vero!

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